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Salento: la terra del sole, la porta d'oriente
Una terra magica tra due mari, un luogo dove il Medioevo si ammanta di sfumature dal sapore orientale.
È il Salento, quell'area che richiama la sagoma del "tacco" di uno stivale: quello della penisola italiana.
Una striscia di terra meravigliosa che si allunga in mezzo al mare, delineando lo spazio di panorami mozzafiato. L'area comprende l'intera provincia di Lecce, quasi tutta quella di Brindisi e parte di quella di Taranto. Il Salento, appartenuto per molti secoli all'antica "Terra di Otranto", coincide con la parte meridionale della Puglia, e si estende tra il mar Jonio a ovest e il mar Adriatico a est. Sono molte e diverse le ipotesi sull'origine del nome. Una popolare leggenda lo fa discendere dal nome del Re Sale, re dei Messapi, mentre uno studio lo ricollega a "salum", ossia "terra circondata dal mare". Un'altra ipotesi lo associa al nome dei coloni cretesi che si stabilirono in questa regione, dove furono chiamati salenti, poiché originari della città di Salenzia. C'è, inoltre, chi "sospetta" che esso derivi da un'alleanza stretta "in salo", cioè in mare, tra i tre gruppi etnici che abitarono il territorio: Cretesi, Illiri e Locresi. Qualunque sia l'origine del nome, ciò che è certo, è che oggi esso individua un luogo di indubbia e rara bellezza, uno scenario che trae tutto il suo fascino e il suo incanto dal mare e dalla sua perfetta unione con la terra, quasi fosse un ponte sospeso tra due mondi. Volendo circoscrivere la penisola salentina dal resto della Puglia, si può tracciare una linea ideale che dal punto più interno del Golfo di Taranto arriva fino all'Adriatico. Punta Palascia, o Capo d'Otranto, è il lembo di terra più a est della penisola italiana e dista dall'Albania solo 72 chilometri sul canale d'Otranto. Punta Palascia è il luogo dove per primo sorge il sole, per questo nota come Porta d'Oriente. A Punta Ristola, invece, si dice che avvenga l'incontro tra i due mari: Adriatico e Jonio. Con determinate condizioni metereologiche è spesso visibile da Santa Maria di Leuca una netta linea di separazione tra le acque che assumono una colorazione diversa nel punto di incontro. Il fenomeno è ascrivibile alle diverse correnti provenienti dal Golfo di Taranto e dal Canale d'Otranto.
Il territorio si presenta in gran parte pianeggiante con qualche rilievo collinare a nord, l'area delle Basse Murge, e a sud, con le Serre Salentine, che circondano la Piana Messapica al centro. Affacciandosi sul mare la penisola salentina presenta un clima più umido rispetto al resto della Puglia, dove la barriera dell'Appennino riesce a frenare i venti umidi in arrivo da ovest. L'umidità non si traduce tuttavia in piogge, comunque più numerose rispetto al nord della Puglia. L'estate, soprattutto più a sud, è molto afosa, ma ventilata, mentre l'inverno è generalmente mite, anche se può riservare giornate molto fredde o persino gelide. Molti elementi caratteristici disegnano un paesaggio veramente unico. Uno di questi è l'agro salentino coltivato un po' ovunque. Gli ulivi secolari, con tronchi grandi e contorti, formano la gran parte di vegetazione arborea tipica del luogo. Ma anche mandorlo e fico d'India, oltre a una moltitudine di fiori, tra cui papaveri e tante specie di orchidee, contribuiscono a delineare lo straordinario quadro naturalistico di questo luogo. La flora salentina conta circa 1.500 specie, tra cui quelle con areale mediterraneo-orientale, assenti nel resto della penisola, ma diffuse sulla vicinissima penisola Balcanica.
La terra si suddivide in piccole proprietà divise da caratteristici muretti a secco. La pietra è anche utilizzata per costruire modesti ricoveri per i contadini nei momenti di riposo e per riporre gli attrezzi da lavoro. Si tratta di costruzioni più simili ai nuraghi sardi che ai trulli pugliesi. Numerose sono le masserie fortificate del XVI, XVII e XVIII, anch'esse caratterizzanti il paesaggio. Lungo la penisola salentina s'incontrano piccoli paesi, poco popolati, dall'aspetto tipicamente mediterraneo: candidi del colore intenso della bianca pietra, risplendono al sole accecanti, risaltando sulle sfumature rossastre della ferrosa campagna. La presenza di ferro è così alta da dipingere suggestive striature sanguigne sul paesaggio, non rintracciabili in nessun altro luogo della Puglia. In questo mosaico armonioso di colori in cui si esprime totalmente la natura, il mare interviene con il blu intenso visibile dalle alte scogliere a picco sull'Adriatico, e con le sfumature più calde del verde smeraldo e celeste che lambiscono le spiagge.
Nel Salento la natura è sovrana di un paesaggio in cui i centri abitati sono pochi sulle coste di entrambi i mari. Sulla riva spiccano imperiosi baluardi del passato: le torri costiere di avvistamento costruite nel corso dei secoli per difendersi dalle incursioni dei pirati.
Anche la fauna è molto ricca. Nella penisola salentina si possono incontrare numerose specie di uccelli tra cui la gru, l'airone grigio, il germano reale, il tarabuso, la ghiandaia marina, il fistione turco, il gheppio. Dal 2010 è stato riconosciuto come nuova razza di canarino comune il Canarino salentino. Architettura. In campagna e sulla costa il Salento è dominato da case bianche a calce senza tetto, con solaio, che rimandano a tipici scorci delle città della Grecia. Nei centri storici, invece, risalta chiara l'impronta del barocco leccese, diverso da quello che impera nel resto d'Italia, rispetto al quale abbandona la sovrabbondanza pittorica degli interni, per trasformare le facciate esterne di chiese e palazzi in veri arazzi di pietra. Ne scaturiscono pregiati e complessi motivi architettonici che sarebbe impossibile da realizzare senza la tenera e malleabile pietra leccese di un caldo colore giallo rosaceo. Una delle testimonianze più significative del barocco salentino è la cattedrale di San Cataldo di Taranto. I centri storici salentini prendono vita da case che si uniscono le une alle altre, formando blocchi unici, attraversati da vicoli bianchi dalle pareti a calce. È riconoscibile l'entità architettonico-urbanistica della casa a corte di origine araba e diffusa anche in Sicilia.
Chilometri di coste lambite da acque cristalline e cosparse di fine sabbia dorata intervallata da scogliere mozzafiato: Salento "lu sule, lu mare e lu iento". Lo recita un popolare detto salentino, imbrigliando in tre semplici parole il carattere della bellezza di questa terra meravigliosa. Numerose sono le bandiere blu e le vele assegnate da Legambiente e dal Touring.
Le spiagge più belle:
Lecce
Taranto
Trulli e Masserie sono dei veri e propri tesori di pietra che costellano le campagne del Salento, mentre nel ventre della terra, da non perdere, gli antichi frantoi ipogei.
Luoghi da visitare:
Salento: un cuneo proteso tra Ionio e Adriatico, dove il verde argenteo degli ulivi secolari si alterna al rosso della terra disegnata dai muretti a secco, e dove biancheggiano le mura di pittoreschi centri storici, che nelle notti di festa si accendono di milioni di luminarie multicolori.
Ovunque si respira l'essenza salata di un mare tra i più azzurri e cristallini d'Italia. Ed è proprio il mare una delle attrattive che, negli ultimi anni, ha reso questa terra una mèta sempre più richiesta dai turisti italiani e stranieri. Le acque turchesi, le spiagge di sabbia bianca e fine che si alterna a scenografici scogli, possono a buon diritto competere con quelli altrettanto magnifici della terra sarda. Ma il Salento è molto di più di una mèta balneare: accanto all'indiscussa bellezza dei suoi lidi, offre itinerari naturalistici, un'area marina protetta, insediamenti preistorici, e merita una visita approfondita anche per i gioielli architettonici che gelosamente custodisce: le perle del barocco leccese.
Il capoluogo, Lecce, è uno scrigno di preziosità barocche, tanto da farle meritare l'appellativo di "Firenze del Sud".
La magnificenza e la bizzarria delle decorazioni si trovano anche in centri come Gallipoli, Martina Franca, Francavilla Fontana, Nardò. Curiosamente, la fioritura architettonica salentina fu merito di un importante episodio storico: la battaglia di Lepanto, nel 1571, nella quale i Turchi furono sconfitti dalle forze cattoliche. A seguito della vittoria, l'intera zona fu finalmente al riparo dal pericolo delle feroci incursioni turche, e la vita sociale ed economica poté rifiorire. Come risultato della schiacciante vittoria cristiana, le autorità religiose riplasmarono le città, promuovendo la costruzione di fastosi edifici sacri e abbellendo i preesistenti. L'entusiasmo si manifestò nelle incredibili decorazioni che ancora oggi destano stupore in chi si aggira a piedi per le vie del centro storico di Lecce: le facciate delle innumerevoli chiese e degli edifici gentilizi sono decorati da cornici elaborate, statue e cariatidi, trofei di fiori e di frutta, cornucopie, a celebrare la ricchezza e l'abbondanza dei frutti della terra. Il risultato è la sensazione di trovarsi in uno scenario teatrale. Estrosità, fantasia di una tendenza derivata direttamente dal plateresco spagnolo - dal vocabolo plata, argento - uno stile architettonico che si ispirava ai minuziosi lavori di argenteria degli artigiani iberici, e che qui assunse presto una sua originalità ben definita.
Il barocco salentino va scoperto e apprezzato camminando angolo per angolo, nei centri storici delle località più antiche e rinomate: ricercando balconi, cornici di finestre, nicchie nascoste dove occhieggiano statue di puttini alati, maschere, ghirlande floreali, figure mitologiche. L'indiscussa abilità degli scalpellini leccesi fu favorita dalle caratteristiche della pietra locale, un calcare tenero dalle sfumature dell'oro e della panna, che ben si prestò alle loro fantastiche realizzazioni, e che non fece rimpiangere i marmi multicolori e preziosi che abbellivano le altre grandi capitali del tempo. Il barocco leccese è attualmente inserito nelle "Tentative lists" dell'Unesco, in attesa che le città salentine entrino a far parte del "Patrimonio dell'Umanità".
Lecce: la magnifica basilica di Santa Croce (XVI-XVII sec.), alla realizzazione della quale collaborarono molti prestigiosi architetti del tempo, come Gabriele Riccardi e Cesare Penna, con successivi interventi di Giuseppe Zimbalo. L'ordine inferiore della basilica presenta una ricca trabeazione, alla quale si sovrappone una balconata sostenuta da cariatidi, a rappresentare la forza del cristianesimo che schiaccia il credo pagano. Nel Seicento viene realizzato il secondo ordine della facciata, che risulta essere un gigantesco e ricco altare, dominato da un grande rosone centrale ad ispirazione romanica. Nelle nicchie laterali si trovano le statue di Celestino V, San Benedetto, e due figure femminili a rappresentare la Fede e la Fortezza. Chiude la sommità un ricco timpano, rappresentante il trionfo della Croce. Un frammento del sacro legno della Croce è infatti conservato nell'altare del transetto sinistro.
Annesso alla basilica si staglia il palazzo dei Celestini, che insieme ad essa rappresenta il momento più alto dell'esperienza barocca salentina. Poco distante, la chiesa di San Matteo, la cui facciata è convessa inferiormente, ma singolarmente concava nel secondo ordine, dove le linee eleganti si ispirano direttamente al Borromini. Sempre nel capoluogo salentino si trova la bellissima piazza Duomo, vero e proprio salotto buono della città; considerata unanimemente una delle piazze più belle d'Italia, è chiusa su tre lati e vi si affacciano il Duomo e il Seminario. Uscendo dal Seminario si incontra la mole imponente del campanile, alto settanta metri, dalla sommità del quale si gode di una superba vista sulla città. Altre testimonianze barocche della città sono la chiesa del Gesù, la chiesa delle Alcantarine e Palazzo Marrese.
Gallipoli: nel centro storico, si staglia la Cattedrale di Sant'Agata, la cui facciata, realizzata in pietra leccese, presenta tutta la ricchezza decorativa del barocco locale. All'interno, le tre navate ospitano pregevoli altari barocchi, e una grande quantità di dipinti, tanto che può essere considerata una vera e propria Pinacoteca. Notevole anche il monastero delle Carmelitane Scalze.
Martina Franca: da visitare la Basilica di San Martino, la cui facciata è dominata da un grande altorilievo raffigurante Martino di Tours che taglia il suo mantello per donarlo al mendicante. Adiacente è il grande campanile di epoca tardo-romanica.
Francavilla Fontana: notevole la Chiesa Madre, superbo ed elegante esempio di barocco, la cui cupola è la più alta del Salento.
Nardò: in questo caratteristico centro è possibile ammirare la Guglia dell'Immacolata, una colonna alta 19 metri, suddivisa in cinque livelli, ciascuno dei quali riccamente decorato con festoni ed elementi floreali. La Guglia culmina con la statua della Madonna, e fu eretta nella seconda metà del Settecento dopo un terremoto che sconvolse la zona. Un altro notevole esempio barocco è il monumento dell'Osanna, costruito intorno ad un'antica colonna pagana e così cristianizzato: la colonna primigenia è stata inglobata da una struttura a cupola, sormontata da guglie.
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