Il Sogno Verde

Foto, informazioni e servizi per soggiorni nella struttura ricettiva Il Sogno Verde

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Bed and breakfast
Via Carrara dell'Arena, 4
Zona: Sterpone
Padula (SA)

097574152
3358424794
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COSA TI OFFRIAMO


Villa moderna con tecnologie ad energie alternative, dotata di ampio giardino e parcheggio privato, immersa nel verde del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, a breve distanza dalla Certosa di S. Lorenzo. E’ l’ideale per chi cerca il contatto diretto con la natura e la possibilità di visitare i più importanti centri storici e culturali del Vallo di Diano e del Cilento.
L’appartamento autonomo a piano terra per gli ospiti dispone di una stanza matrimoniale e di due singole elegantemente arredate, con bagni privati, ampio soggiorno, angolo breakfast e terrazza sul giardino.


Citta d'arte
Giochi per bambini
Baby sitter
Parco
Bagno privato
Internet point
Accessibile ai disabili

Lingue parlate: Inglese , Francese




DOVE SIAMO

Latitudine 40.33346
Longitudine 15.626926



DINTORNI


Un fine settimana ma anche più giorni nei quali non solo c’è un territorio da scoprire tra arte e natura, ma un territorio in cui ci si può divertire. Un viaggio dove civiltà antiche si mescolano in un tutt’uno con la bellezza del paesaggio.  Qui è la natura a dominare, una natura non ancora intaccata dalla mano violenta dell’uomo: montagne, boschi, altopiani accolgono chi desidera una vacanza diversa. Tappa obbligata per la conoscenza delle civiltà greca, lucana e romana qui fiorite nel Vallo. In un itinerario di storia d’arte e di cultura, si possono visitare i quattordici centri del Vallo di Diano ciascuno con le proprie peculiarità e le proprie caratteristiche, ma ciascuno, sicuramente con l’ospitalità che è propria di questa comunità. Dalla monumentale Certosa di S. Lorenzo in Padula, alle suggestionanti Grotte di Pertosa, al Centro Storico di Teggiano... è tutto un fiorire di chiese, di portali, di segni e testimonianze di una civiltà che conserva gelosamente il suo passato, che fa rivivere le sue tradizioni, le sue feste, il suo folklore nelle serate e nelle manifestazioni estive. Ed è per queste ragioni che proprio qui desideriamo invitarvi.Padula
E' una località celebre soprattutto per la presenza della monumentale Certosa di San Lorenzo, ma anche un delizioso borgo dalla storia secolare. Il primo nucleo abitato sorse sulla parte terminale del colle della Maddalena tra la fine del IX e l'inizio del X secolo, intorno alla preesistente cella trìchora di San Nicola de Donnis, fondata in età bizantina (VII-VIII sec.). Straordinari sono gli innumerevoli e artistici portali che adornano gli edifici. Il patrimonio architettonico sacro di Padula é ricco di conventi e chiese di epoca rinascimentale e barocca, ma la sua storia é legata soprattutto alla Certosa di San Lorenzo fondata ai piedi dell'abitato nel 1306 da Tommaso Sanseverino. Si tratta di uno tra i più grossi complessi monumentali italiani. La Certosa ospita il "Museo archeologico della Lucania occidentale" dove sono custoditi reperti delle antiche civiltà del Vallo.Padula: La Città di Dio
La Certosa di San Lorenzo fu fondata nel 1306 da Tommaso San Severino, conte di Marsico e padrone del Vallo di Diano. Sorge ai piedi di Padula, centro del vasto comprensorio dell’entroterra salernitano, a sud del capoluogo, e si estende sull’area originariamente in parte occupata da una dipendenza monastica benedettina. Sull'impianto originario del monastero certosino il conte di Sanseverino ristrutturo' il vecchio edificio benedettino. Su quel primo nucleo sarebbe stato edificato un immenso complesso architettonico, il più vasto di tutto il mezzogiorno d’Italia. Architetti e artisti delle migliori scuole italiane concorsero ad abbellire ed ampliare la Certosa di S.Lorenzo a Padula, che ebbe in proprietà vasti domini territoriali, in dipendenza feudale numerosi Comuni del Mezzogiorno, e in privilegio di pesca zone di mare nel Tirreno e nello Ionio. "Allora vidi la città santa-dice S.Giovanni nell'Apocalisse-...lo splendore di lei era simile a pietra assai preziosa".Padula: La Certosa di San Lorenzo
La Certosa di S.Lorenzo si estende in un’area pianeggiante per una superficie di oltre 50000 mq. Pochi dati di misura: cinque i secoli di tempo di costruzione, 320 camere, 13 cortili, 500 porte, 51 scale, 41 fontane, 70 camini, 550 finestre, più di un chilometro di portici e di logge sostenuti da 300 archi e altrettanti pilastri. Abitata o deserta fu un capolavoro singolare di magnificenza architettonica, compendio in ordinata rassegna e sapiente fusione della varietà dei suoi stili, dal romanico al gotico al rinascimento al barocco al rococò, dando un saggio di bellezza superata ma non vinta dalla grandiosità. Architetti e artisti delle migliori scuole italiane concorsero ad abbellire ed ampliare la Certosa che ebbe in proprietà vasti domini territoriali, in dipendenza feudale numerosi Comuni del Mezzogiorno, e in privilegio di pesca zone di mare nel Tirreno e nello Ionio. TeggianoDomina la Valle dall'alto di una collina. Per la sua struttura urbanistica e i suoi tesori d'arte é da considerarsi una piccola città-museo. Dalla corruzione del nome latino Tegianum (foneticamente alterato in Teianum, Tianum, ed infine Dianum) trae origine il nome della valle sottostante. I rinvenimenti archeologici più antichi risalgono al IV secolo a.C., ma é in epoca normanna, con i Sanseverino di Marsico, che Teggiano diventa un potente feudo come testimoniano la cinta muraria, l'imponente castello, luogo della famosa "Congiura dei Baroni", contro Ferdinando D'Aragona. La cattedrale del XIII sec., con portale e pulpito eseguito da Melchiorre da Montalbano. All'interno si può ammirare la tomba trecentesca di Enrico Sanseverino opera di Tino di Camaino. Tra i vari tesori d'arte citiamo: la tavola di Andrea da Salerno del 1508, nella chiesa di S. Andrea; il complesso architettonico della SS. Pietà; la chiesa di S. Pietro (oggi Museo); S. Agostino; la SS. Annunziata; il convento di San Francesco; S. Antonio dei Carbonai; S. Michele Arcangelo; la cripta di S. Venera. Presso il Seminario Arcivescovile si trova il Museo Diocesano che conserva opere di epoca classica e medievale. Teggiano - La congiura di Antonello Sanseverino
Fu nel castello di Teggiano che Antonello Sanseverino, principe di Salerno, ordì la proverbiale Congiura dei Baroni per precisa avversione nei confronti della dinastia aragonese e fedeltà smisurata verso gli Angioini di Napoli. Oggi Teggiano conserva il volto di un'antica città medioevale che domina dall'alto l'intero Vallo di Diano. La collina di Teggiano fu tra le prime alture ad essere popolate nella zona: per la sua sommità pianeggiante, per la sua posizione di vedetta su tutta la valle circostante e per il suo naturale aspetto di roccaforte inespugnabile fu scelta addirittura dagli antichi Enotri, dei Lucani e Romani. L'aspetto pressochè inespugnabile contrasta con l'ospitalità delle genti che vi abitano e il cordiale sapore delle rivisitazioni storiche diletto per i visitatori, al riposo dopo le battaglie del quotidiano.Teggiano - Museo della Civiltà Contadina
La superficie espositiva è di circa 150 mq e sono esposti circa 150 pezzi affiancati da 100 foto. Nato nel 1986, il museo di Teggiano descrive la vita quotidiana delle genti di Vallo di Diano, attraverso i loro mezzi di lavoro e di sopravvivenza. Il museo costituisce una rassegna ampia, pressoché completa e spettacolare di ciò che attiene all'attività e alla cultura del mondo rurale. Il visitatore può scoprire una manualità antica, tenace ed austera, e non solo quella del contadino ma anche quella dell'artigiano. L'origine rurale della raccolta è particolarmente valorizzata, esposta com'è in una antica casa colonica tipica del paesaggio del parco. La presenza di vecchi telai mette subito in evidenza l'importanza nel passato del settore tessile per l'economia della zona. Infatti, i paesi del Cilento, fino a non molto tempo fa, presentavano una vera e propria economia autarchica.Pertosa Grotte dell'Angelo
L'accesso alle Grotte è rappresentato da un grosso androne, nel quale è collocato un altare dedicato a S. Michele. Un barcone permette di attraversare un corso d'acqua, che ha origine dalle acque sotterranee, che prende il nome di Fiume Negro. Il sistema di grotte e cunicoli si articola in quattro rami dei quali i tre principali hanno una lunghezza di 2500 metri circa. Pittoresco è il braccio della Sorgente che può essere percorso fino al braccio del Paradiso. Nel braccio delle Meraviglie le stalattiti e le stalagmiti appaiono estremamente delicate. Tra varie forme è possibile scorgere figure quali l'Elefante, la Sfinge, figure umane, etc. La grotta ha termine con la Sala delle Spugne, ove vi è una particolare limpidezza delle formazioni calcaree. Reperti dimostrano che fin dall'età della pietra le grotte furono abitate. Sia i Greci che i Romani utilizzarono l'antro come sede di culto. I cristiani le dedicarono al culto di S. Michele Arcangelo. Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
Questa terra al di là del fiume Alento è perciò detta Cilento. L'area fa dono al visitatore di una un'oasi protetta che è il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano che si estende dal fiume Sele al Bussento, dalla Costa Tirrenica ai monti della Maddalena. Il Parco per la sua estensione geografica (seconda in Italia) e per la diffusa distribuzione antropica e' unico nel "panorama" delle riserve naturali protette in Italia. l'infinito del mare in uno con la maestosità dei monti.Le faggete del Salernitano
Il bosco è un monumento della natura. Le zone montuose dell'appennino salernitano, entro la fascia che da m 1.100 si spinge fino a 2.000 metri circa, sono dominate dai boschi di faggio, le faggete. Sarebbe un avvenimento molto positivo se le faggete fossero più frequentate: in esse si rafforza il corpo e lo spirito per sopportare i sacrifici inevitabili della vita quotidiana, attraverso la ricreazione. E' strano che la gente di città si spinge e sale nel periodo estivo per ammirare la bellezza dei boschi di faggio, per poi fuggirne all'avvicinarsi dell'autunno, rinunziando ad assistere alla festa di luci e di colori che essi fanno godere prima di entrare nel lungo e malinconico riposo vegetativo.                   



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